Hai capito gli egiziani....
Da Repubblica.it:
di Gaia Giuliani
ROMA - Il mondo si mobilita per Abdelkareem Nabil Soliman, 22 anni, egiziano, arrestato nel suo paese a novembre dello scorso anno. Reato: aver espresso le proprie opinioni su politica, cultura e società. Sul suo blog. Il 15 febbraio manifesteranno per lui, in contemporanea, Roma, New York, Parigi, Londra, Bucarest, Ottawa, Washington, e la lista della mobilitazione continua ancora. Verrà chiesta la sua liberazione alle autorità egiziane. Che lo hanno già arrestato un paio di volte, e che sono finite, proprio qualche settimana prima della seconda carcerazione di Abdelkareem, nel mirino di Reporter senza Frontiere come uno dei 12 paesi che censura la libertà di parola sul web.
Abdelkareem, o Karim Amer, come si firmava sul web, era un aspirante avvocato con l'intenzione di specializzarsi nella difesa dei diritti umani. Per amore della sorella. Che venne prima costretta ad abbandonare la scuola, una donna non ha diritto all'istruzione, e poi forzata a indossare il niqab, il velo integrale con una piccola fessura per lasciare scoperti gli occhi. Strano scherzo della repressione aver instillato in un bambino - Karim allora aveva sei anni - un istinto libertario di segno completamente opposto. A cui, col passare degli anni, si è accompagnata un'altra dote rara, e pericolosa, come la forza di portare avanti le proprie idee.
Un esercizio pericoloso nel suo paese, governato dallo stesso presidente, senza soluzione di continuità, da più di un quarto di secolo. Ex pilota e vice ministro della guerra, Hosni Mubarak ha assunto la massima carica dello stato dopo l'assassinio di Anwar Sadat, instaurando quello che in molti definiscono un regime autoritario. L'ultima volta che qualcuno è sceso in campo per sfidarlo alle elezioni, la faccenda si è conclusa con l'arresto, sembra pretestuoso, del parlamentare in questione - che nel frattempo era stato privato della sua immunità - e un'interrogazione alla Commissione europea firmata anche da Emma Bonino.
Perché chi sfida il potere, anche solo a parole, merita l'arresto. Karim non è il primo blogger egiziano a finire in manette, la stessa sorte era già toccata ad altri fermati e condotti in carcere mentre però manifestavano in piazza. Lui è stato il solo a perdere la libertà per aver usato unicamente una tastiera. Nel 2005 è entrato in galera la prima volta, per una detenzione arbitraria durata 12 giorni. Poi quanto sappiamo. Anche se la prima, gravissima, ritorsione che il regime di Mubarak ha esercitato su Karim, è stata espellerlo dalla sua università. Il giovane studente di giurisprudenza si era scagliato, sempre a parole, sempre sul suo blog, contro l'atteggiamento conservatore dei suoi professori, criticandone apertamente le strettoie ereditate dalla religione. Specialmente per quanto riguarda la condizione delle donne musulmane. Allontanato subito dalle aule, venne deferito ad una sorta di corte marziale universitaria dove fu costretto a subire un interrogatorio. Basato su domande come: "Osservi il Ramadan? Preghi?".
Al netto rifiuto dello studente di abiurare quanto espresso su internet, Karim è stato sbattuto in prigione, accusato di blasfemia, diffusione di informazioni sediziose, diffamazione nei confronti del capo dello stato, istigazione al rovesciamento dello stesso e all'odio nei confronti dell'Islam. Reati gravissimi per i quali, fino a un paio di settimane fa, era tenuto in regime di stretto isolamento, neanche fosse un pluriomicida. Reati basati su quanto era stato postato sul suo blog: ripeterlo ancora aiuta a imprimere bene nella mente l'intollerabile abuso di potere. Più di duemila persone hanno inviato e-mail alle autorità egiziane, e online è stato creato un sito tramite il quale è possibile firmare una petizione che verrà inviata al ministro degli Interni egiziano, all'ambasciatore egiziano negli Stati Uniti e a quello americano in Egitto chiedendo la scarcerazione del ragazzo. E della libertà di parola.
di Gaia Giuliani
ROMA - Il mondo si mobilita per Abdelkareem Nabil Soliman, 22 anni, egiziano, arrestato nel suo paese a novembre dello scorso anno. Reato: aver espresso le proprie opinioni su politica, cultura e società. Sul suo blog. Il 15 febbraio manifesteranno per lui, in contemporanea, Roma, New York, Parigi, Londra, Bucarest, Ottawa, Washington, e la lista della mobilitazione continua ancora. Verrà chiesta la sua liberazione alle autorità egiziane. Che lo hanno già arrestato un paio di volte, e che sono finite, proprio qualche settimana prima della seconda carcerazione di Abdelkareem, nel mirino di Reporter senza Frontiere come uno dei 12 paesi che censura la libertà di parola sul web.
Abdelkareem, o Karim Amer, come si firmava sul web, era un aspirante avvocato con l'intenzione di specializzarsi nella difesa dei diritti umani. Per amore della sorella. Che venne prima costretta ad abbandonare la scuola, una donna non ha diritto all'istruzione, e poi forzata a indossare il niqab, il velo integrale con una piccola fessura per lasciare scoperti gli occhi. Strano scherzo della repressione aver instillato in un bambino - Karim allora aveva sei anni - un istinto libertario di segno completamente opposto. A cui, col passare degli anni, si è accompagnata un'altra dote rara, e pericolosa, come la forza di portare avanti le proprie idee.
Un esercizio pericoloso nel suo paese, governato dallo stesso presidente, senza soluzione di continuità, da più di un quarto di secolo. Ex pilota e vice ministro della guerra, Hosni Mubarak ha assunto la massima carica dello stato dopo l'assassinio di Anwar Sadat, instaurando quello che in molti definiscono un regime autoritario. L'ultima volta che qualcuno è sceso in campo per sfidarlo alle elezioni, la faccenda si è conclusa con l'arresto, sembra pretestuoso, del parlamentare in questione - che nel frattempo era stato privato della sua immunità - e un'interrogazione alla Commissione europea firmata anche da Emma Bonino.
Perché chi sfida il potere, anche solo a parole, merita l'arresto. Karim non è il primo blogger egiziano a finire in manette, la stessa sorte era già toccata ad altri fermati e condotti in carcere mentre però manifestavano in piazza. Lui è stato il solo a perdere la libertà per aver usato unicamente una tastiera. Nel 2005 è entrato in galera la prima volta, per una detenzione arbitraria durata 12 giorni. Poi quanto sappiamo. Anche se la prima, gravissima, ritorsione che il regime di Mubarak ha esercitato su Karim, è stata espellerlo dalla sua università. Il giovane studente di giurisprudenza si era scagliato, sempre a parole, sempre sul suo blog, contro l'atteggiamento conservatore dei suoi professori, criticandone apertamente le strettoie ereditate dalla religione. Specialmente per quanto riguarda la condizione delle donne musulmane. Allontanato subito dalle aule, venne deferito ad una sorta di corte marziale universitaria dove fu costretto a subire un interrogatorio. Basato su domande come: "Osservi il Ramadan? Preghi?".
Al netto rifiuto dello studente di abiurare quanto espresso su internet, Karim è stato sbattuto in prigione, accusato di blasfemia, diffusione di informazioni sediziose, diffamazione nei confronti del capo dello stato, istigazione al rovesciamento dello stesso e all'odio nei confronti dell'Islam. Reati gravissimi per i quali, fino a un paio di settimane fa, era tenuto in regime di stretto isolamento, neanche fosse un pluriomicida. Reati basati su quanto era stato postato sul suo blog: ripeterlo ancora aiuta a imprimere bene nella mente l'intollerabile abuso di potere. Più di duemila persone hanno inviato e-mail alle autorità egiziane, e online è stato creato un sito tramite il quale è possibile firmare una petizione che verrà inviata al ministro degli Interni egiziano, all'ambasciatore egiziano negli Stati Uniti e a quello americano in Egitto chiedendo la scarcerazione del ragazzo. E della libertà di parola.
1 commento:
Perchè non commento mai questi post ti starai chiedendo.
Ecco il motivo.
Dunque, non ho voglia di leggere i 4 metri di pagina.
Credo che se tu riassumessi brévéménte (detta alla Biscardi) la questione, io potrei anche commentare.
Sono pigro, è vero.
Pietrus infierisci pure se vuoi.
e comunque il newblogger fa cagare come lippi e ronaldo messi insieme
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